Comincio a pensare che, nell'immaginario collettivo italiano, le persone omosessuali vengano viste come una classe sociale a parte.
Sembra quasi che l'omosessualità sia divenuta il principale capro espiatorio ai problemi del paese. In questi giorni abbiamo visto giornalisti attaccare prima i corsi alla statale di Milano e poi, attraverso la manifestazione di Pitti uomo, le persone omosessuali definite in modo indecente “buchi”. È il turno del Corriere della sera che in articolo del giornalista Giovanni Belardelli mette in evidenza come la sinistra avrebbe perso il contatto con gli operai a causa delle particolari attenzioni verso le persone GLBT e quelle extracomunitarie.
Ma in realtà da tempo è la stessa sinistra italiana che non vede più negli operai la propria classe di riferimento a causa dei cambiamenti nel frattempo occorsi nell'economia e nella società; semmai, se per la sinistra ha ancora senso parlare di una classe di riferimento, questa è piuttosto da individuare nel ceto medio dell'impiego pubblico. Inoltre, un po' tutta la sinistra italiana appare da anni più attenta ai nuovi diritti individuali che ai tradizionali diritti sociali; più sensibile alle discriminazioni che colpiscono gli omosessuali o gli immigrati che alle condizioni di vita dei lavoratori di fabbrica.
Ci sono diversi elementi che stonano in questa considerazione. La prima, quella che salta immediatamente agli occhi, è che non è vero che la sinistra sia stata attenta ai diritti delle persone omosessuali. Se così fosse avremmo ancora una parte politica di riferimento. È vero, semmai, il contrario. Cioè che la sinistra ha tradito le persone GLBT e non si è battuta abbastanza contro le discriminazioni e per i nostri diritti. Ancora oggi, per esempio, il PD latita e va nel panico ogni volta che si tratta di affrontare le problematiche legate al mondo omosessuale.
L'altro elemento che mi sento di mettere in evidenza è che le persone omosessuali (così come le persone extracomunitarie) sono, prima di tutto, cittadine e cittadini di questo paese. Non siamo tutti ricchi, non siamo tutti stilisti, non andiamo tutti a vedere Pitti uomo (non che ci sia nulla di male). Siamo, spesso, insegnanti, panettieri/e, cuochi/che, commessi/e, giornalai/e, operai ed operaie. Siamo, insomma, fra la gente e con la gente. Siamo figli di operai e di operaie e siamo, a nostra volta, lavoratori dipendenti, pubblici o privati. Non esistono solo le persone omosessuali ricche o facoltose, le e gli industriali, i gestori di grandi case di moda. Allo stesso modo in cui non esistono solo giovani laureati/e. Ci sono omosessuali senza casa e senza lavoro, ci sono omosessuali indigenti, poveri, omosessuali che non arrivano alla fine del mese. E ci sono omosessuali costretti/e, come tanti/e eterosessuali, a sottostare al ricatto di Marchionne. In quelle catene di montaggio ci sono padri e madri di omosessuali, ci sono padri e madri omosessuali, ci sono uomini e donne, giovani e anziani/e omosessuali. Non vedo perché continuare con lo stereotipo che le persone GLBT sono tutte ricche o facoltose. Il problema vero è che, ormai, per attaccare la sinistra si usa spesso l'omosessualità. Ho come la sensazione che, per attaccare Vendola (a cui l'articolo del signor Belardelli è dedicato), si parta dall'istinto più becero, quello che spinge molti giornalisti a cercare di aizzare antipatie contro le persone omosessuali. È una tattica molto vecchia, quando non ci sono altre argomentazioni si cerca di mettere l'una contro l'altra due parti sociali. Extracomunitari contro italiani, omosessuali contro eterosessuali, chi vota sì al ricatto di Marchionne contro chi vota no.
Si parla inoltre di diritti individuali.
Vorrei far notare al signor Belardelli che le persone GLBT non hanno ottenuto nessuno dei diritti che hanno chiesto a gran voce sino ad oggi. Diritti, come per esempio i PACS, che non sarebbero utili solo alle persone GLBT ma anche agli eterosessuali. Non abbiamo ottenuto una legge contro l'omofobia o l'allargamento della legge Mancino all'orientamento sessuale o all'identità di genere, non abbiamo ottenuto i PACS e neppure i matrimoni. Mi sembra, in definitiva, che la sinistra non sia stata così attenta alle esigenze delle cittadine e dei cittadini GLBT.
Cittadine e cittadini che, vorrei ricordarlo, pagano le tasse come tutti/e gli/le altri/e e che cominciano ad essere stanchi/e di venire usati come capri espiatori da parte di classi dirigenti inadatte a governare questo paese.
Marino Buzzi
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Tutta colpa degli omosessuali
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